In vista dell’entrata in vigore dei dazi USA, che colpiranno alcuni prodotti Made in Italy, il Consorzio conferma che il Prosciutto di San Daniele non rientra nella black list del Dipartimento del Commercio USA.
Nell’elenco dei prodotti soggetti al dazio Usa rientrano, tra gli altri, i prodotti lattiero caseari. Fortunatamente non altri elementi importanti per le esportazioni italiane come l’olio extravergine di oliva, il pomodoro e i prosciutti crudi italiani.
Le tabelle di riferimento non citano espressamente i prodotti con le proprie denominazioni. Queste elencano le macro tipologie, rendendo così farraginosa l’interpretazione corretta. Per confutare ogni dubbio il Consorzio ha verificato la rispondenza dei codici utilizzati nella lista per verificare la posizione del Prosciutto di San Daniele tra i prodotti soggetti ai dazi.
Nella “Section 13” (sezione 13) compaiono “Prepared or preserved pork hams and cuts thereof…” raggrupati secondo un codice doganale preciso. Il Prosciutto di San Daniele, come altri salumi, è identificato con codici doganali, pubblicati dagli organi di competenza UE, diversi rispetto a quello citato alla sezione 13.
La nota del direttore del Consorzio: «Nei dazi Usa non rientrano i prosciutti crudi italiani né tanto meno il Prosciutto di San Daniele.”
“La lista è definitiva ed è prevalentemente indirizzata a Germania, Spagna, Francia e Inghilterra». “Non rientrano prosciutti DOP italiani e tanto meno il Prosciutto di San Daniele. L’unico accenno alle carni di maiale fa riferimento alle spalle cotte e altri insaccati”.
Le esportazioni verso gli Stati Uniti sono il secondo mercato di esportazione per il San Daniele, dopo la Francia, con una quota export pari al 21%. Il mercato statunitense ha registrato, nei primi sei mesi del 2019, un incremento del 4% rispetto al precedente, confermando così l’importanza del mercato oltre oceano.